Experiencing Interruptions?

un fallimento perfettamente riuscito

È un documentario che racconta il travagliato percorso di autoproduzione di un film all’ex Asilo Filangieri, un bene comune al centro storico di Napoli. Iniziato nel 2018, il progetto è passato attraverso la pandemia di covid, che ne ha interrotto la lavorazione, aprendo però nuove prospettive.

Si rincorrono due tipi di visioni. Un film sulla precarietà iniziato a girare nell’estate del 2018, all’apice dell’incremento turistico senza precedenti avvenuto nel centro storico di Napoli, la cui vicenda ruota intorno alla relazione tra due amiche modificata da un rapporto di gerarchia. In parallelo si mostra il gruppo di persone che sta facendo questo film, che lentamente porta avanti l'improbabile progetto di produrre un lungometraggio senza budget e che si scontra, durante la pandemia di covid, con la sua stessa precarietà. La troupe e il cast procedono mediante relazioni quanto più orizzontali e informali, rifuggendo la gerarchia che normalmente vige su un set cinematografico, scontandone però le inevitabili conseguenze.

  • gian luca pellegrini
    Director
  • l'Asilo
    Producer
  • roberto cirillo
    Writer
  • maria pia valentini
    Key Cast
    "anna"
  • angela dionisia severino
    Key Cast
    "amica di anna"
  • andrea de goyzueta
    Key Cast
    "il regista"
  • claudia sacco
    Key Cast
    "alessia"
  • lorenzo corona
    Key Cast
    "l'aiuto regista"
  • fabrizio elvetico
    Music Composer & Sound
  • illachime quartet
    Music
  • stefania accardi
    Production Coordinator
  • maria vittoria rossi
    Live Illustrator
  • Project Type:
    Documentary, Experimental
  • Runtime:
    59 minutes 18 seconds
  • Completion Date:
    December 1, 2021
  • Country of Origin:
    Italy
  • Country of Filming:
    Italy
  • Language:
    Italian
  • Shooting Format:
    Digital full HD
  • Aspect Ratio:
    2:1
  • Film Color:
    Color
  • First-time Filmmaker:
    No
  • Student Project:
    No
  • 46° Festival Internazionale del Cinema Laceno d'Oro
    Avellino
    Italy
    December 2, 2021
    Vincitore Spazio Campania
  • 9° Festival Internazionale del Cinema Povero
    Ispra, Varese
    Italy
    September 17, 2022
    Finalista
Director Biography - gian luca pellegrini

2004 – La paura del buio (cortometraggio|16’)
2010 – Open Town (videoclip|6')
2012 – Altera (documentario, videoart|26’)
2015 – Munasterio (documentario|31’)
2019 – The party on the edge of the void (videoclip|6’)
2020 – Pandemonium 20 20 - an istant film (videoart|2’)
2020 – Duel (into myself) - a phase film (videoart|3’)
2021 – Un fallimento perfettamente riuscito (docufilm|59’)

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Director Statement

Nella stratificazione delle vicende che sono narrate, si suggerisce l’impressione di destreggiarsi quasi in un ipertesto di persone e luoghi, discorsi, ricordi e sentimenti, con vari piani di realtà. Si è detto che il nucleo fondante del progetto aveva come contesto il boom turistico al centro storico di Napoli. Eravamo nel 2018, volevamo osservare quella grande parte di lavoratori, coinvolti nei vari ambiti del turismo, che vedevano aumentato il loro tempo di lavoro, lasciando invariata la paga. Con un gruppo di amici dell’Asilo Filangieri mettemmo su una piccola troupe cinematografica – questo è retroscena – cominciando a girare un piccolo film, senza budget. La storia che avevamo scelto di rappresentare era già di per sè metacinematografica: un regista che costruisce il proprio film sulla vita della sua protagonista, che quasi glielo dipinge addosso. Si intuisce l’imbarazzo quando più di due anni dopo, per tentare di concludere il progetto, che avevamo già in parte girato e montato, ho aggiunto ai primi due un altro livello, ancora più reale, rappresentato dalla riunione della nostra troupe. Di mezzo c’è stata, è risaputo, la pandemia. Non si può nascondere che questa abbia giocato un ruolo e che il processo seguito possa sembrare semplicemente un’operazione di salvataggio. Ma è con sforzo di resilienza che abbiamo deciso di insistere, giocando a inscenare una piccola ode all’immaginazione. Perciò anche nell’ultima fase, piccoli elementi di finzione permangono attorno alla nostra vera troupe. Forse è più un pastiche, come potrebbero suggerire i passaggi nella scelta del colore, ma quello che abbiamo provato a mostrare, con questo pseudo documentario, è un gruppo di persone, riunitesi con l’intento di raccontare la precarietà nella loro città, che deve fare i conti con la revocabilità della propria esistenza informale, in un momento tanto precario a livello globale.