Flies (less skin)

Il Video Flies (less skin) è chiaramente ispirato all'opera letteraria di Kafka "la Metamorfosi".
È una dolorosa riflessione sull'alienazione dell'essere umano e sull'incomunicabilità.
Protagonista del pezzo performativo è un personaggio immaginario in mutazione, con le sembianze di un'eroina uscita da un film di fantascienza degli anni '60/'70, rivestita di armature e stratificazioni epiteliali dotata di percorsi sensoriali alternativi, che sviluppa un'avversione per il naturale e contesto sociale. Questa confusione lo porterà a una crisi di identità più profonda.
Una tensione contraria, soddisfatta da desideri contrastanti, ha generato un cortocircuito della volontà: trovare una via d'uscita, come farebbe un insetto imprigionato tra le mura di una casa, oppure lasciarsi andare alla paralisi della volontà e liberare Volere? Nelle situazioni più estreme, che in qualche modo modificano la nostra idea di progresso, inteso anche come passo, ritmo, umore, capita che la nostra parte più istintiva prenda il sopravvento. Qualcuno preferisce non osservare - osservarsi, per paura di non riconoscersi, subito il giudizio esterno, perdendo i riferimenti che dicono la nostra zona di comfort. Alcuni, invece, vivono il travaglio della mutazione e del cambiamento che ne consegue, senza compromessi, correndo anche il rischio di uscire dal coro, alieni. Ipnotizzante e positivamente angosciante, suggerisce l'incertezza del futuro della specie umana. Siamo arrivati ​​a un momento cruciale? Diventeremo macchine o vincerà la natura umana di chi non vuole arrendersi? Mentre mi dibatto tra queste polarità estreme, giorno dopo giorno trasformo la mia pelle in armatura, ma prendo anche coscienza di perderla. Alla ricerca di una rinnovata umanità.